Il decreto cittadinanza è legge: ecco cosa cambia

Via libera definitivo della Camera al decreto cittadinanza, con 137 sì, 83 no e 2 astenuti.

Il provvedimento fa sapere today voluto dal ministro degli Esteri e leader di FI Antonio Tajani è legge.

Tra le tante cose le nuove norme prevedono una stretta sulla doppia cittadinanza e sui discendenti italiani emigrati all’estero, i cosiddetti oriundi.

Con “questo decreto si chiude una vergogna”, ha dichiarato Andrea Di Giuseppe di FdI, augurandosi che si tratti solo del primo passo “verso una più ampia riforma” della materia, in particolare intervenendo sul “voto degli italiani all’estero, che è uno stampificio”.

Questo invece l’intervento di Toni Ricciardi del Partito democratico: “Con profondo disprezzo dichiaro il voto fortemente contrario del Pd”.

Ma il provvedimento è diventato legge.

L’aula del Senato invece ha confermato la fiducia al governo chiesta sul decreto Albania, quello che consente di usare i centri per migranti aperti nel Paese, in particolare l’hotspot di Gjader.

Dopo il via libera del Senato il provvedimento è legge.

Sono stati 90 i voti a favore, 56 i contrari e un’astensione. Ma vediamo insieme come cambiano le regole per la cittadinanza.

Prevista una stretta sugli italo-discendenti nati all’estero che saranno automaticamente cittadini per ‘ius sanguinis’ solo per due generazioni, solo se si ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia che ha avuto al momento della morte ‘esclusivamente’ la cittadinanza italiana o è residente in Italia almeno da due anni continuativi prima della nascita del figlio.

Non acquista la cittadinanza italiana chi, nato all’estero, è contemporaneamente in possesso della cittadinanza di un altro Stato.

Cambiano anche le norme per i minori stranieri o apolidi, discendenti da padre o madre cittadini italiani per nascita.

Diventano cittadini italiani solo nel caso in cui i genitori o il tutore dichiarino la volontà di acquisire tale status. Successivamente alla dichiarazione si richiede che il minore risieda legalmente e continuativamente per almeno due anni in Italia.

Novità anche sul decreto flussi.

Oltre alle quote previste viene consentito l’ingresso e il soggiorno per lavoro subordinato agli stranieri residenti all’estero e discendenti da un cittadino italiano in possesso della cittadinanza di uno Stato di destinazione di rilevanti flussi di emigrazione italiana.

Stati che verranno definiti da un decreto del ministro degli Esteri.

Prevista anche la possibilità di riacquisto della cittadinanza per chi l’ha persa per l’acquisto della cittadinanza di un altro Stato ma solo se è nato in Italia o se è stato residente per almeno due anni consecutivi. Previsto un contributo di 250 euro.