Si sta tenendo a Strasburgo la discussione finale sul salario minimo dei Paesi Europei in cui partecipano Commissione, Parlamento e Consiglio UE.
L’Italia è fra i pochi Paesi dell’Unione Europea a non avere ancora una legge sul salario minimo e in queste ore tutto potrebbe cambiare per i lavoratori italiani.
Gli stati europei che posseggono un salario minimo fissato per legge sono:
- Bulgaria (332 euro),
- Lettonia (500 euro),
- Romania (515 euro),
- Ungheria (542 euro),
- Croazia (624 euro),
- Slovacchia (646 euro),
- Repubblica Ceca (652 euro),
- Estonia (654 euro),
- Polonia (655 euro),
- Lituania (730 euro),
- Grecia (774 euro),
- Malta (792 euro ),
- Portogallo (823 euro),
- Slovenia (1 074 euro),
- Spagna (1126 euro),
- Francia (1603 euro),
- Germania (1621 euro),
- Belgio (1658 euro),
- Paesi Bassi (1725 euro),
- Irlanda (1775 euro),
- Lussemburgo (2257 euro).
Per l’Italia invece si registra una situazione completamente diversa.
La nostra nazione infatti, non possedendo una legge sul salario minimo, registra (secondo i dati forniti dall’Inps) più di cinque milioni di lavoratori che guadagnano meno di 1000 euro al mese e altri ben 4,5 milioni che vengono pagati meno di 9 euro lordi l’ora.
L’obbiettivo da raggiungere secondo molti membri del governo della nostra Nazione è proprio quello di garantire a tutti i lavoratori un compenso minimo di 9 euro l’ora (lordi).
La direttiva UE di cui si sta discutendo in queste ore prevede invece di dare un quadro d’azione agli stati membri per fissare i salari minimi ad un livello adeguato ed equo in modo da garantire un salario minimo legale adeguato al costo della vita.
Se questa nuova direttiva venisse approvata, i diversi governi dovrebbero garantire un guadagno pari al 60 per cento del salario mediano.
In Italia questo si aggirerebbe intorno ai 1261 euro al mese, quasi sette euro l’ora.