SAN FELE HA RISCHIATO GROSSO! QUESTE LE NOVITÀ CHE RIGUARDANO LA SCUOLA

Il  Consiglio regionale ha approvato il piano di dimensionamento scolastico 2018-2021.

Per il consigliere regionale Aurelio Pace (AP):

“Un lavoro complesso e difficile per garantire una organizzazione scolastica funzionale e coerente con il territorio lucano per una continuità scolastica che esalti le prerogative dei singoli istituti e dei suoi rappresentanti.

Esigenze comuni avvertite dal territorio e che il Consiglio regionale, dopo il primo lavoro dei Consigli Provinciali, sentiti i rappresentanti istituzionali delle singole rappresentanze locali, hanno provato ad armonizzare e mettere a sistema.

La nuova organizzazione scolastica lucana, tenendo ben presenti gli indirizzi ministeriali, ne esce rafforzata e amalgamata anche attraverso il recepimento di emendamenti proposti dalla maggioranza e dal sottoscritto.

Spiace constatare che pur se le interlocuzioni tra Province e Comuni sono state esaustive e tempestive non siano mancate polemiche che, non è difficile immaginarlo, abbiano più che altro una matrice politico-elettorale.

Da un punto di vista generale, il Piano prova a riorganizzare un tessuto scolastico regionale che –senza infingimenti- nei prossimi anni sconterà un graduale e inesorabile calo delle iscrizioni dovuto ad uno spopolamento che le istituzioni devono impegnarsi a frenare.

Del resto proprio dalla scuola e dall’istruzione deve partire quella generale riscossa che dovrà consentire ai nostri tanti piccoli centri di non perdere ulteriore terreno a livello sociale e produttivo né tantomeno a livello di popolazione.

In particolare sono stati approvati –e di questo ringrazio i colleghi consiglieri- alcuni miei emendamenti che riguardano la riorganizzazione degli istituti di San Fele, Tursi e l’It Giorgi, sempre nello spirito di tutelare comunità, operatori, famiglie e, soprattutto gli studenti e l’offerta formativa e didattica.

A San Fele è stato evitato un accorpamento forzoso e orograficamente inconcepibile che prevedeva l’unione all’Istituto di Bella. Pensare che, territori distanti e divisi dal famigerato passo delle Crocelle, potessero avere la stessa dirigenza esponeva –soprattutto in inverno- il personale docente e amministrativo a rischi da evitare.

Riunire nella direzione di San Fele gli altri comuni contermini geograficamente e vicini culturalmente come Rapone, Atella e Ruvo del Monte è stata un scelta lungimirante e logica che garantirà la continuità didattica ed eviterà smembramenti illogici.

Lo stesso dicasi per Tursi che, in base a direttive e criteri ministeriali, rischiava di non avere una sua autonomia, ma di trovarsi accorpata a Valsinni.

Proprio il centro nevralgico per quell’area, sede vescovile e nell’anno del centenario della nascita di Albino Pierro, che tanto sta investendo a livello culturale e didattico, non poteva rimanere senza una guida anche amministrativa che seguisse e accompagnasse importanti scelte e progetti. Paesi aggregatori, come vengono definiti dalle linee guida, che hanno ora l’obbligo di offrire servizi, trasporti e piani didattici all’avanguardia.

Il Piano, pur nei ristretti ambiti di manovra, è sicuramente migliorabile e –come ha ben detto l’assessore Cifarelli- rappresenta solo un punto di partenza su cui continuare a lavorare per programmare quel futuro a cui naturalmente la scuola e le istituzioni devono tendere. Le pluriclassi e i trasferimenti chilometrici per piccoli studenti devono essere solo un ricordo e meritano un’attenzione particolare da parte della stessa Regione.

Occorrerà difendere il futuro dei nostri figli, magari pensando ad una scuola generalista che garantisca a tutti un’istruzione moderna e di qualità, ma pensare che tutto si risolva attraverso una presidenza in più o in meno rappresenta un falso problema. I territori devono investire in cultura secondo le proprie peculiarità e vocazioni specifiche.

L’esempio del Vulture (con Venosa polo umanistico, Melfi polo scientifico e manifatturiero, Rionero polo artistico, e Lavello polo agricolo) deve far riflettere tanto gli amministratori locali che quelli regionali per garantire un’offerta didattica capace di esaltare i territori e dare possibilità di crescita e di lavoro ai suoi giovani.

L’alternanza scuola-lavoro diventerebbe, questa sì, una opportunità per studenti e imprese, capace di esaltare le vocazioni territoriali e le aspirazioni dei giovani.

La demografia, però, resta il vero problema a cui occorrerà dare soluzione per il futuro.

Non si chiudono scuole, non si trasferisce nessuno, ma il Piano di dimensionamento scolastico sia un altro tassello per discutere in modo costruttivo –pur nelle differenze di impostazioni politiche- di lavoro, istruzione, servizi, viabilità, trasporti. Solo questo aiuterà i nostri paesi, le nostre scuole e soprattutto i nostri figli e il loro futuro”.

Il Presidente della Provincia di Potenza Nicola Valluzzi, all’esito dell’approvazione in Consiglio regionale del piano di dimensionamento scolastico 2018-2021, ha dichiarato:

“La proposta della Provincia di Potenza aveva dimensionato le istituzioni scolastiche del territorio, senza parzialità e nell’assoluto rispetto dei criteri contenuti nelle linee guida emanate dalla Giunta regionale, lo scorso 15 settembre.

Tutti gli istituti erano stati dimensionati con un minimo di 400 iscritti e quelli prossimi ai 400 rafforzati con nuovi innesti.

Il Consiglio regionale, nella sua sovrana “discrezionalità”, ha ritenuto di concedere due deroghe: istituto comprensivo di Viggianello e rinvio, di almeno un anno, dell’accorpamento fra gli istituti comprensivi di Brienza e Satriano, con presidenza assegnata a Brienza, comune centro aggregatore e con maggiore popolazione scolastica.

Le istituzioni scolastiche autonome passano, pertanto, da 75 a 76, compreso il centro di istruzione per gli adulti (C.P.I.A).

Vengono, invece, integralmente confermate le innovazioni più qualificanti elaborate dalla Provincia, dalle autonomie locali e dalla comunità scolastica nel lungo confronto di questi mesi.

In primo luogo è stata istituita la sezione distaccata dell’Istituto Alberghiero presso il Carcere di Potenza.

A partire dall’anno scolastico 2018/2019, poi, sono autortizzati 8 corsi serali per adulti in tutto il territorio della provincia e, specificatamente, nei plessi scolastici di istruzione superiore di Senise, Maratea, Lauria, Sant’Arcangelo, Potenza, Lagopesole e Venosa.

Altri due corsi serali, presso l’Istituto agrario di Genzano e l’istituto tecnico Ruggero di Lauria, saranno avviati nell’anno scolastico 2019/2020.

Viene inoltre assicurata, in via definitiva, la stabilità del Convitto nazionale di Potenza a cui è stato accorpato il Liceo delle Scienze Umane dello stesso capoluogo.

Sempre al Convitto nazionale è stata consentita la possibilità di istituire una sezione della scuola secondaria di I° grado, a servizio dei comuni del potentino che nei prossimi 2 anni perderanno la scuola media.

Autorizzata, come fortemente richiesto, anche la sezione staccata del Liceo scientifico di Lavello, nuovo plesso scolastico saldamente ancorato al Liceo Federico II di Melfi, che ha fra l’altro ottenuto il nulla osta per l’avvio del procedimento finalizzato al riconoscimento dell’indirizzo “internazionale”.

Si è, poi, avviata l’attività di verifica della moltitudine di indirizzi autorizzati negli ultimi anni negli istituti secondari di II° grado della Provincia, onde valutare la loro effettiva efficacia e prospettiva, anche alla luce del forte decremento della popolazione scolastica che, nel prossimo triennio, si abbatterà sugli istituti superiori del territorio.

Infine efficace è stata la prima sperimentazione dei centri aggregatori, quali punti di snodo dell’organizzazione scolastica, del trasporto pubblico locale e del superamento delle pluriclassi come previsto dalle linee guida, almeno per le scuole medie del primo ciclo per i comuni a forte spopolamento”.

(foto archivio)