MEDICI LUCANI “A PIEDI” PER PROTESTA: “IN CASO DI CHIAMATA NOTTURNA NON LASCEREMO LA SEDE”

Nella nostra regione continua la protesta dei medici di continuità assistenziale: da due giorni sono in stato d’agitazione.

Contro la richiesta avanzata da Regione Basilicata circa la restituzione di 18 milioni di euro relativi alle cosiddette indennità di rischio percepite dal 2012 al 2016, indennità previste dall’Air (Accordo integrativo regionale) e contro il silenzio dell’Azienda Sanitaria di Potenza i medici hanno deciso, come forma di protesta, di non mettere a disposizione le proprie auto durante l’orario di lavoro.

I 34 presidi di Continuità Assistenziale coinvolti nella protesta sono i seguenti:

  • Bella;
  • Balvano;
  • Sant’Angelo Le Fratte;
  • Savoia;
  • Sant’Arcangelo;
  • Lagopesole;
  • S. Giorgio;
  • Roccanova;
  • Chiaromonte;
  • Brienza;
  • Spinoso;
  • Armento;
  • Abriola;
  • Gallicchio;
  • Missanello;
  • Viggiano;
  • Villa D’Agri;
  • Rapone;
  • Carbone;
  • Ripacandida;
  • Ginestra;
  • Sasso di Castalda;
  • Anzi;
  • Cancellara;
  • Vaglio;
  • Picerno;
  • Acerenza;
  • Albano;
  • Campomaggiore;
  • Brindisi;
  • Trivigno;
  • Baragiano;
  • Ruoti;
  • Castelsaraceno.

In un comunicato stampa congiunto, Roberta Laurino, segretario generale Fp Cgil Basilicata e Maria Teresa Bochicchio, responsabile Fp Cgil Basilicata Medici Continuità Assistenziale, si legge:

“Le Aziende Sanitarie hanno già avviato le procedure per la restituzione delle indennità, ma assolutamente nulla è stato fatto per la messa in sicurezza delle sedi e per la sicurezza fuori le sedi.

I medici escono in qualsiasi ora della notte, con qualsiasi condizione climatica e, oltre ai compiti legati alla professione, continuano ad affrontare tutti i disagi di una guida prevalentemente notturna, con strade difficilmente percorribili, nelle campagne più sperdute, considerata la frammentazione degli insediamenti abitativi della nostra regione.

L’indennità di rischio, chiesta ora in restituzione, serviva proprio a compensare la mancanza di qualsiasi forma di sicurezza e anche a coprire il disagio dei medici.

È  sintomatico che a fronte di così tanto preavviso l’Asp ha mantenuto il silenzio assoluto senza nemmeno preoccuparsi di far fronte ai proprio obblighi rispetto al servizio nei confronti dei cittadini.

Come Fp Cgil non possiamo che condannare ancora una volta questo atteggiamento che continua ad ignorare la giusta protesta degli oltre 500 professionisti della sanità che tutti i giorni sono in trincea per garantire il diritto alla salute dei cittadini lucani”.

Morale della favola?

I medici di continuità assistenziale a partire dallo scorso 15 Novembre sera utilizzeranno più la propria auto in servizio.

Il che equivale a dire che, nel caso di chiamate notturne (il servizio di guardia medica viene assicurato di notte, tranne nei giorni festivi, quando è esteso a tutta la giornata) i medici che hanno aderito alla protesta non usciranno dalla sede di lavoro, a meno che, con una decisione repentina e dell’ultima ora, le Aziende Sanitarie non decidano di mettere loro a disposizione le auto aziendali.

Solo così, infatti, si assicurerebbe nei 36 centri nei quali la protesta è stata annunciata l’eventuale servizio di missione esterna, o, per meglio dire, di visita domiciliare.