I MEDICI LUCANI FIGURANO AL SECONDO POSTO IN ITALIA PER OBIEZIONE DI COSCIENZA

In Basilicata il 90,2 % dei medici è obiettore di coscienza per cui malgrado l’esistenza della legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza (igv) la situazione è allarmante per tutte le donne che decidono di abortire.

Per il consigliere regionale del Gm Giannino Romaniello è necessario denunciare, ancora una volta, la gravità della situazione negli ospedali italiani in relazione alle percentuali insostenibili di obiettori di coscienza, che sempre di più mettono a rischio la concreta applicazione della legge sull’ igv.

“La situazione nella nostra regione – dichiara Romaniello – non è migliore.

Come ho avuto modo di esplicitare in una mia interrogazione all’assessore alla sanità lo scorso Luglio, uno dei dati più preoccupanti della classifica degli obiettori di coscienza è detenuto proprio dalla Regione Basilicata che, con una percentuale del 90,2 per cento, è seconda solo al Molise (93,3 per cento), seguite dalla Sicilia (87,6 per cento), dalla  Puglia (86,1 per cento), dalla Campania (81,8 per cento), dal Lazio e Abruzzo (80,7 per cento).

Chiedo oggi con ancora più convinzione che l’assessore Franconi ci dia una risposta chiara per comprendere, in particolare quanti sono i medici, in termini assoluti e percentuali per singola struttura ospedaliera regionale, che garantiscono l’applicazione della legge 194 e se tali numeri sono sufficienti ad assicurare l’applicazione della legge; quali sono le misure che la Regione intende mettere in atto per garantire alle donne lucane l’esercizio del diritto alla interruzione volontaria di gravidanza, assicurando alle stesse un trattamento umano e non discriminatorio consono ad un paese civile; se si è presa in considerazione l’opportunità di attivare un sistema organizzativo che preveda eventuali convenzioni con la rete delle strutture pubbliche, in modo da garantire l’applicazione della legge 194”.