FCA DI MELFI: PARTE OGGI LA CASSA DI INTEGRAZIONE MA È GIÀ STATO ANNUNCIATO UN NUOVO PERIODO DI STOP

“La direzione aziendale FCA ha comunicato ai sindacati che gli addetti alla produzione della linea Punto incroceranno le braccia in una nuova sospensione delle attività nello stabilimento di Melfi sulla linea Punto dal 24 Ottobre al 4 Novembre c.a. che va ad aggiungersi a quella già in programma che parte da oggi, 26 Settembre al 7 Ottobre, con il conseguente ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria”.

Lo fanno sapere il segretario regionale dell’Ugl Basilicata Metalmeccanici, Costanzo Florence e il segretario provinciale della Federazione di Potenza, Giuseppe Palumbo per i quali:

“È un’ennesima decisione che sarebbe scaturita da una temporanea situazione di mercato, che riguarda proprio lo storico modello della Punto. È pronto il tempo per essere indispensabile un confronto con l’Azienda, il nuovo ciclo di Cigo conferma le nostre perplessità sulle voci infondate che erano già circolate nei giorni scorsi sulla possibile riduzione produzione dell’autovettura Punto.

Se pur la notizia si legge in termini meramente legati a motivi congiunturali, certamente sta pesando l’andamento al ribasso degli ordini registrato in questo periodo e che l’Ugl aveva già annunciato nel vedere gli ordinativi delle concessionarie precipitosamente in discesa.

Il nostro ruolo oggi è quello di consentire agli oltre 1000 dipendenti interessati, di avere sicurezza sul loro futuro. Stabilire per il sito di Melfi un nuovo modello di vettura da affiancare alla Jeep in attesa dell’uscita definitiva dal mercato della Punto, e particolarmente urgente, importante e decisivo, dovrà prioritario essere il ruolo sindacale per assicurare che, sia nell’ambito delle relazioni industriali con la Fca, sia in quello dei rapporti con la Regione Basilicata, si instaurino da subito premesse operative mediante proposte concrete, pragmatiche e socialmente responsabili per la tutela e salvaguardia occupazionale di tutto il sistema dell´automotive Lucano.

Ai lavoratori va assicurata una prospettiva occupazionale certa”.