DISPERATI QUESTI LAVORATORI ALL’AIAS DI MELFI: AVANZANO LO STIPENDIO DA MESI

“Dopo aver trascorso un Natale poco sereno ed all’insegna dell’incertezza, dieci lavoratori dell’Agenzia per il Lavoro IN.HR di Potenza, in servizio presso l’AIAS di Melfi, oggi si ritrovano a non aver nessuna garanzia sulle cospicue spettanze maturate e che l’agenzia al momento non ha intenzione di versare ai lavoratori, tra le altre cose inquadrati dalla stessa a tempo indeterminato e che dallo scorso primo Gennaio sono stati assunti dall’impresa utilizzatrice”.

E’ quanto riportato in un comunicato sottoscritto dai 10 lavoratori.

Nella nota si legge:

“Ad oggi l’ultima spettanza versata risulta essere quella relativa al mese di ottobre 2017, pertanto i lavoratori denunciano il mancato pagamento degli stipendi di novembre, dicembre, della tredicesima, e vista l’interruzione del rapporto lavorativo anche del trattamento di fine rapporto (2016 e 2017 gli anni di servizio prestati) e delle ferie non godute, senza contare la completa omissione degli eventuali premi.

Alle luce di quanto detto le cifre che i lavoratori avanzano sono di tutto rispetto; gli stessi denunciano pertanto un atteggiamento a dir poco irrispettoso e contrario agli obblighi previsti da parte dell’Agenzia IN.HR di Potenza, che a tutti gli effetti è per i suddetti il datore di lavoro insolvente.

Da tempo le nostre spettanze venivano pagate in ritardo, prima di alcune settimane, poi addirittura con un mese di ritardo, sino ad arrivare all’attuale epilogo.

Sono cifre importanti quelle che non ci sono state corrisposte.

La cosa è gravissima ed è un fatto per noi inedito, in quanto nella nostra esperienza lavorativa abbiamo avuto a che fare con molte agenzie di somministrazione, ma mai nessuna si è sognata di pagarci in ritardo o di far accumulare crediti così importanti.

Altri colleghi attualmente in servizio attraverso altre agenzie vengono regolarmente pagati, e chi in passato ha chiuso il rapporto con l’IN.HR ha percepito quanto in loro diritto a differenza di noi, ultimi dieci, assunti sino al 31 dicembre con questa agenzia”.

Queste le parole di uno lavoratori, a cui si aggiungono quelle di una collega:

“Come sempre viene colpita la parte debole del sistema: il lavoratore.

A noi non interessano i rapporti tra l’impresa utilizzatrice e l’agenzia di somministrazione, che è il nostro datore di lavoro. Noi avevamo un contratto con l’IN.HR di Potenza e questa ad oggi ci deve diverse migliaia di euro.

Tra le altre cose nelle nostre spettanze non troviamo i premi, che sono stati corrisposti ai dipendenti dell’azienda, e che le agenzie sono tenute a versare nel caso il contratto collettivo nazionale dell’impresa utilizzatrice li preveda, salvo che questo non venga espressamente indicato, cosa che a noi non risulta.

L’agenzia ha un capitale sociale che serve anche a far fronte ad ogni imprevisto, pertanto è tenuta a pagarci, anche perché il nostro rapporto di lavoro si è concluso.

Mi chiedo inoltre come avrebbe potuto far fronte all’obbligo di corrisponderci l’eventuale indennità di disponibilità per tutti i periodi in cui non avremmo svolto attività lavorativa presso un utilizzatore, come previsto dal nostro contratto, se non riesce nemmeno a pagarci per quello che realmente abbiamo lavorato?”,

una domanda legittima questa, che pone l’accento su una questione seria e sull’ormai consueto vizio di scaricare le difficoltà, come detto, sulla parte più debole del sistema, facendo gravare sui dipendenti il rischio d’impresa che tutti i datori di lavoro.

Al momento i lavoratori in questione si stanno organizzando per far valere le proprie ragioni con ogni mezzo possibile, anche attraverso le organizzazioni sindacali preposte, in quanto alcuni di loro sono iscritti regolarmente al sindacato; rimane paradossale come un’agenzia di somministrazione del lavoro, nata per favorire l’inserimento e la gestione dei lavoratori, non sia in grado di garantire le spettanze dei propri dipendenti e vesta i panni della “peggiore imprenditoria”, dimenticando i propri obblighi.

Il mancato pagamento di due mensilità, tredicesima, ferie non godute, trattamento di fine rapporto e la completa non menzione degli eventuali premi, in un periodo di crisi come quello attuale, di sicuro hanno messo in grande difficoltà i lavoratori in questione, che comunque si dichiarano pronti a far valere le proprie ragioni, stanchi dei continui ritardi e soprattutto non disponibili a nessuna rinuncia”.