AL CEMENTIFICIO DI BARILE EMISSIONI OLTRE I LIMITI: CHIESTO L’INTERVENTO DELL’EUROPA DA…

I problemi d’inquinamento che minano il benessere della nostra regione non finiscono mai.

Questa volta sul tavolo degli imputati siede il cementificio “Costantinopoli” di Barile.

“Nell’impianto lucano si utilizzerebbe combustibile proveniente da materiale di diversa natura e non si rispetterebbero i limiti sulle emissioni previsti dagli indirizzi normativi della Commissione europea, in relazione alle migliori tecniche disponibili in materia di emissioni per i forni di produzione del cemento”.

Queste le pesanti accuse lanciate da Piernicola Pedicini, l’eurodeputato del “Movimento 5 Stelle” e membro della Commissione ambiente e sanità, che ha presentato un’interrogazione alla Commissione Ue, chiedendo che l’organismo esecutivo dell’Unione europea intervenga, per quanto di sua competenza, per attivare azioni che garantiscano la tutela del diritto alla salute dei cittadini che vivono nei pressi del cementificio.

Pedicini ha anche sottolineato che l’Arpab (Agenzia regionale protezione ambientale della Basilicata) ad oggi non avrebbe previsto alcun piano di azione per monitorare le emissioni dell’impianto, dove viene specificato che il cementificio è in attesa del rinnovo dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) e che è stata avanzata la richiesta per l’utilizzo di 50mila tonnellate di Css (Combustibile solido secondario), derivato dalla lavorazione dei rifiuti urbani, che farebbe aumentare la sostituzione media calorica di combustibile fossile con Css al 59%, nonostante il valore medio registrato nel 2015 in tutta Italia sia del 14,9%.

Infine l’esponente del Movimento 5 Stelle ha evidenziato:

“Alla luce di quanto descritto, emergerebbe un comportamento negligente da parte delle autorità locali nel non monitorare costantemente la qualità dell’aria del territorio adiacente al cementificio, e non si terrebbe oltretutto conto della richiesta di incremento della capacità combustibile, attraverso l’uso di Css, che farebbe aumentare il potenziale inquinante dell’impianto e il rischio per la salute dei cittadini”.